Campagne in corso!

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Terra
15th Febbraio 2016

Advocacy

Assobotteghe partecipa al gruppo Advocacy

http://fairtrade-advocacy.org/

8th Febbraio 2015

Minerali clandestini

Una campagna per la tracciabilità dei materiali usati in notebook, smartphone e apparecchiature elettroniche.

Firma la petizione su Change.org!

Il legame tra risorse naturali e conflitti è presente circa nel 20% dei quasi 400 conflitti in corso nel mondo e in Africa almeno 33 conflitti hanno origine nel commercio delle risorse minerarie.
Si tratta, in particolare, di 4 minerali, oro, tungsteno, stagno e coltan, utilizzati in una vasta gamma di settori industriali e commerciali, tra cui quelli dell’elettronica e dell’aerospaziale.


Secondo l’Organizzazione per lo Sviluppo Industriale delle Nazioni Unite, le entrate delle esportazioni mine-rarie rappresentano il 24% del PIL dell’Africa che, da sola, possiede il 30% delle riserve minerarie del mondo e una percentuale ancora maggiore di giacimenti di oro, platino, diamanti e manganese. L’esportazione dei minerali dai paesi africani, così come è organizzata, provoca impoverimento sociale e del territorio, danni ambientali, e spesso insicurezza e guerre (anche di bassa intensità, come nella Regione dei Grandi Laghi africani). La comunità internazionale ha grosse responsabilità perché, pur conoscendole, diffonde scarse notizie sui conflitti che hanno come causa l’estrazione ed il commercio dei minerali, in particolare quelli necessari per le produzioni tecnologiche; tale commercio presenta spesso zone oscure in cui i minerali sono scambiati illegalmente, senza alcun rispetto dei diritti dei lavoratori, quando non in cambio di armi, per continuare a produrre guerra, insicurezza, e poter agire indisturbati nel commercio.


In questo momento storico in cui l’economia mondiale presta particolare attenzione al continente africano, come riserva di materie prime e forza lavoro ma anche come possibile mercato per il futuro e per uscire dalla crisi, l’Unione Europea, attraverso l’allora alto rappresentante per gli affari esteri e per la politica di sicurezza, Catherine Ashton, e l’allora commissario per il Commercio, Karel De Gucht, lo scorso 5 marzo 2014 ha elaborato una proposta di regolamentazione per il commercio di minerali provenienti da zone di conflitto. La proposta si basa su due principi fondamentali: agevolare le aziende che desiderano procurarsi i minerali in modo responsabile e incoraggiare il commercio lecito, presentando un progetto di regolamento che istituisca un meccanismo di auto-certificazione per gli importatori europei che, su base volontaria, potranno rendere conto dell’applicazione del dovere di diligenza alla loro filiera di approvvigionamento in minerali. Il dovere di diligenza è l’insieme dei provvedimenti presi per individuare, prevenire ed evitare il rischio che il commercio dei minerali contribuisca a finanziare le attività di qualsiasi gruppo armato.
Apprezziamo la volontà della Commissione Europea di voler varare un regolamento europeo sull’importazione di minerali provenienti da zone di conflitto, ma ci pare insufficiente.
Sosteniamo la richiesta di EurAc, una rete di 39 organizzazioni europee che si occupano di Africa centrale (Burundi, Rwanda, RD Congo) ai parlamentari europei ed ai governi degli Stati membri dell’UE di proporre emendamenti al Regolamento presentato dalla Commissione, per rendere obbligatoria l’applicazione della Guida dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) da parte di tutte le industrie che si approvvigionano di minerali provenienti dall’Africa Centrale. Solo tale proposta, accompagnata da misure volte a rafforzare la capacità e la volontà degli Stati dell’Africa Centrale di controllare la produzione e il commercio dei minerali, permetterà di ridurre i rischi di finanziamento di conflitti a partire dal mercato europeo.

Info www.mineraliclandestini.it

18th Aprile 2014

STOP TTIP con Assobotteghe

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L’Associazione Botteghe del Mondo aderisce alla campagna STOP TTIP, contro il nuovo programma di accordi tra lobby economiche, governi e poteri forti di Stati Uniti e Unione Europea che punta a modificare standard di sicurezza e di qualità di aspetti sostanziali della vita di tutti i cittadini: l’alimentazione, l’istruzione e la cultura, i servizi sanitari, i servizi sociali, le tutele e la sicurezza sul lavoro

TTIP sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership, ovvero il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America attualmente oggetto di negoziati volutamente segreti. Ma cosè precisamente? Un ennesimo negoziato sul libero commercio? No, peggio!

 

Con questo nuovo programma di accordi, avviato nel 2013 e che dovrebbe concludersi nel 2014, lobby economiche, governi e poteri forti, tra Stati Uniti e Unione Europea, mirano ad intaccare ulteriormente quello che rimane dei diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente e di cittadinanza dopo anni di crisi economica e finanziaria.

 

Il piano di accordi intende intervenire e modificare non le barriere tariffarie bensi altri tipi di barriere, come ad esempio gli standard di sicurezza e di qualità di aspetti sostanziali della vita di tutti i cittadini: l’alimentazione, l’istruzione e la cultura, i servizi sanitari, i servizi sociali, le tutele e la sicurezza sul lavoro.

 

A fare le spese di questo processo di mercificazione di servizi pubblici e di beni comuni saranno i cittadini e l’ambiente, mentre i principali beneficiari saranno gli investitori, che vedranno tutelati i propri diritti da un organismo di risoluzione delle controversie, e la proprietà privata.

 

“Qualsiasi regolamentazione pubblica che tuteli i diritti sociali, economici ed ambientali, con la scusa della tutela della competizione e degli investimenti, rischierà di soccombere dinanzi alle esigenze delle aziende e dei mercati, tutelate da sentenze che saranno a tutti gli effetti inappellabili.” Questo si legge nel documento della piattaforma italiana della campagna STOP TTIP, lanciata a febbraio 2014 per coordinare le organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti (TTIP).

 

La Fondazione Culturale Responsabilità Etica è tra i promotori della campagna insieme a numerose organizzazioni della società civile italiana, tra cui l’Associazione Botteghe Del Mondo.

Informazioni, aggiornamenti e documenti si trovano sul sito della campagna STOP TTIP e tutte le news sono sulla pagina facebook Stop TTIP-Italia.

24th Maggio 2012

Controll’armi

A partire dal 2005, abbiamo collaborato con il coordinamento italiano “Rete italiana per il disarmo”, sul tema degli armamenti e sull’impatto negativo che hanno per lo sviluppo del mondo.
Nel 2005 abbiamo promosso, con la Rete Italiana per il Disarmo e con AGICES, una giornata
“Il commercio equo per un mondo senza armi”, sul tema degli armamenti e sull’impatto che hanno sullo sviluppo del mondo.
Sempre nel 2005 abbiamo aderito a “Per un futuro senza atomica”, per la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare contro la detenzione di armi atomiche nel territorio nazionale italiano.

24th Maggio 2012

Difendi i loro diritti

In occasione dei World Fair Trade Day dal 2005 al 2007 Assobotteghe ha lanciato in Italia, in collaborazione con NEWS!, la campagna triennale “Difendi i loro diritti” contro lo sfruttamento del lavoro minorile ed a sostegno del commercio equo e solidale. L’adesione delle botteghe del mondo è stata massiccia, si sono svolti numerosi incontri nelle botteghe ed a livello nazionale, vi è stato un riconoscimento anche da parte del Presidente della Repubblica.

Assobotteghe è stata presente a tre edizioni del Forum Sociale Europeo (Firenze 2002, Parigi 2003, Londra 2004) lavorando in stretta collaborazione con altre organizzazioni italiane ed estere che si occupavano di economia solidale, presentando congiuntamente workshop, conferenze, seminari all’interno dei Forum.

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