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25th Marzo 2015

La World Fair Trade Week, tra l’Expo e il quotidiano essere Bottega del Mondo

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Cari soci,

 

la necessità di incontrarci e di confermare con la nostra adesione il progetto internazionale di commercio equo e solidale – la World Fair Trade Week, settimana mondiale del commercio equo e solidale che si terrà a Milano tra il 22 e il 31 maggio 2015 – rappresenta l’antidoto più naturale all’incertezza di questi tempi e alla voglia di andare da soli.

 

Riconoscere la forma e la ricchezza delle nostre relazioni sul piano locale ed internazionale, comprendere e confermare, nella nostra storia di movimento, le parole dell’impegno è scegliere quanto fondere di noi stessi nella difficile transizione verso una economia del NOI.

 

Sentiamo l’esigenza di una contaminazione virale di buone pratiche che si opponga alle economie dell’illusione e della crescita infinta.

 

La raccomandazione di nutrire un pianeta (che da millenni ci sfama) e che semmai ci guarda con preoccupazione sempre più crescente, dovrebbe principalmente condannare la violazione dei limiti, la tracotanza dei modelli e della politica di sfruttamento industriale della terra, come pure allontanare una falsa idea di benessere e di futuro alimentare, inteso solo come capacità di acquisto.

 

Il capitalismo procede per contagio fino ad alimentare consumi eccessivi, a volte spinti anche da false sicurezze bio, eque & solidali di green economy e nuovi modelli tecno- sostenibili che, pur garantendo un cambio transitivo e di paradigma economico, stanno comunque lato dell’offerta e del consumismo.

 

Non è possibile accettare che il commercio equo e solidale sia solo una parentesi o una parola del carrozzone mediatico di Expo, finendo incastrati o confusi nell’ inevitabile scia social – buonista dell’evento. L’equo e solidale è la storia di un movimento che conta ormai mezzo secolo di progetti e di persone e sul quale non si può fare economia di senso.

 

Vogliamo candidare il commercio equo e tutti i cittadini a diventare i maggiori “consumatori difettosi ” del pianeta, perché le nostre pratiche possono essere di supporto alla società civile ed elaborare – all’occorrenza- uno spirito un po’ incivile e sdoganare il linguaggio dei buoni sentimenti e della retorica sana, buona , pulita e giusta perché non siamo un’ élite di buongustai socialmente orientati.

 

La nostra partecipazione all’evento sarà anche quindi un’importante occasione, per realizzare il mandato profondamente politico del CES perché esso non si riferisce solo all’idea di compiere una personale scelta di cambiamento di stile di vita e di consumo, ma richiama l’impegno comune alla costruzione di una visione di democrazia e di giustizia.

 

Nella filigrana del nostro progetto e del metodo comune, convivono infatti da una parte l’esigenza e la necessità di interpretare la realtà socio economica, la crisi, le disuguaglianze, sia a livello locale che nazionale ed internazionale, e dall’altra di avviare pratiche eque di cambiamento, sperimentando anche una terapia delle idee con pratiche economiche alternative e collettive, che contrastino dal basso la geografia dell’angoscia e l’impoverimento collettivo.

 

Definire insieme il pensiero e il metodo, l’identità e la speranza, il progetto di re-incanto dei nostri territori: è questa la sfida, per rinnovare la visione del mondo, con la forza della nostra proposta e con un linguaggio non convenzionale.

 

“Paupertas artis omnies perdocet” la povertà è la madre di tutte le arti: dimostriamo quanto sia importante rendere esperta l’esperienza della povertà, scegliamo di mettere al centro i progetti, le idee e le risorse dei produttori del sud e del nord del mondo.

 

Sappiamo tutti che la soluzione ai problemi planetari non potrà avvenire in modo lineare o con qualche tavoletta di cioccolato in più, ma passerà, soprattutto, dalla strategia di consolidare le idee solidali con le politiche e le prassi, già in uso nelle botteghe del mondo un brevetto e uno stile che affonda la sua “esclusività” nell’informale, ma sempre a buon mercato, che si prende cura dell’altro diverso da noi.

 

L’arte di non farsi governare e di decidere politicamente ogni giorno il nostro futuro è già iniziata, ma è necessario creare relazioni umane di convivenza e di cooperazione interpersonali e libere dai sistemi di accumulazione del profitto, della sconnessione del rapporto tra capitale e lavoro e della relativa massimizzazione dei risultati.

 

Il commercio equo è già ribellione atomistica e molecolare ed invenzione e modo di vivere “post – sviluppo “ e post – capitalista.

 

Ci auguriamo, come Associazione Botteghe del Mondo, che la World Fair trade week sappia anche confermare la capacità di escludere dal nostro movimento le strutture gerarchiche, la seduzione di un racconto solo individuale nell’analisi delle complessità delle relazioni economiche, favorendo invece un indirizzo e una autonomia di tutti i “nodi organizzativi” della rete equa e solidale, la condivisione dei principi fondamentali costituenti e delle campagne di azione comune.

 

Invitiamo tutti i soci e le botteghe a presentare, nei prossimi giorni, i propri documenti di indirizzo e tutte le proposte per condividere una posizione comune sui temi della sovranità alimentare, diritto al cibo, obiettivi del millennio.

 

Saremo infine presenti con un’anteprima dei progetti dei produttori solidali e delle esperienze delle Botteghe del Mondo al PIME alla Fiera Tuttaunaltrafesta nei giorni 22-24 maggio 2015, successivamente alla FTW nei giorni 26-29 maggio e infine concluderemo quest’anno di RELAZIONI con il territorio con la fiera nazionale del commercio equo e solidale Tuttauntaltracosa a Ferrara dal 2 al 4 ottobre 2015.

 

E prima ancora ci trovate a Roma l’11 e 12 aprile ad organizzare la prima festa dell’economia solidale di Roma e del Lazio.

 

Vi aspettiamo!

 

Massimo Renno

 

 

20th Marzo 2015

Forum sociale da Tunisi

Il Comitato Organizzatore del Forum Sociale Mondiale ha tenuto stamattina una riunione urgente per esaminare gli ultimi elementi dopo l’attentato terrorista di ieri al Museo del Bardo.


Avendo preso atto dei numerosi messaggi e comunicati di sostegno alla Tunisia, provenienti dai diversi attori sociali e civili di tutto il mondo, che hanno rinnovato la loro totale adesione allo svolgimento del Forum Sociale Mondiale a Tunisi, e la loro volontà di partecipare a questo momento eccezionale di mobilitazione popolare in Tunisia, nella regione e nel resto del mondo contro il terrorismo,

Il comitato organizzatore attore informa l’opinione pubblica mondiale che:

*Tutte le organizzazioni hanno confermato la loro partecipazione alle attività  programmate senza alcun cambiamento e modifica: questo dimostra la forza della solidarietà  effettiva dei militanti altermondialisti con la Tunisia, il suo popolo, le famiglie delle vittime di differenti nazionalità . E l’€™attaccamento ai principi della pace, della solidarietà  ai popoli, della democrazia, e della libertà

*Una manifestazione si terrà  in occasione della cerimonia d’apertura mercoledì 24 marzo 2015 alle 16.00, che partira dalla piazza Bab Saadoun in direzione del Museo del Bardo con le parole d’ordine:

I popoli del mondo contro il terrorismo

*Verrà creata una commissione in seno al Consiglio Internazionale per la redazione di una “carta internazionale altermondialista del Bardo di lotta contro il terrorismo”.

*Il comitato chiama a un concentramento 26 marzo 2015 al campus Farhat Hached a partire da mezzogiorno.

Il Comitato Preparatorio del Forum Sociale Mondiale rinnova il suo appello a intensificare la mobilitazione di tutte le forze sociali, civili, altermondialiste e pacifiche per fare del Forum Sociale mondiale di Tunisi un punto di svolta la creazione di un rapporto di forze favorevole alla pace, alla democrazia, alla giustizia sociale nella regione e nel mondo. 

Per il Comitato Preparatorio del Forum Sociale Mondiale
Abderrahmane Hedhili
9th Marzo 2015
sao tomè fair trade

Una tavoletta d’oro… nero!

Premiata per la prima volta con la “Tavoletta d’oro” una cioccolata equosolidale, presentata da Equolink!

E’ un successo per il movimento intero del commercio equo e solidale mondiale. Una tavoletta di cioccolato monorigine diventa eccellenza e porta i criteri del commercio equo, i diritti dei lavoratori e dei produttori, la qualità garantita delle Botteghe del Mondo accanto a nomi ben affermati.

Un successo doppio, perchè il riconoscimento è ottenuto dalle realtà che si sono riunite in Equolink, primo esperimento italiano di fair trade “super partes”

La produzione della linea è stata condotta nell’impianto della Domori di None, per garantire il massimo dell’attenzione e della cura nel mantenere intatte le peculiarità dei differenti cacao.

Le monorigini di cacao equosolidale usate per le quattro tavolette “La 70% – Equolink” sono state selezionate da Andrea Mecozzi, coordinatore della rete ChocoFair (network di operatori di filiera e produttori di cacao italo-africani, che da più di 5 anni si occupano di ricercare le origini più adatte a migliorare la percezione del cacao equosolidale sul mercato).

La linea è entrata in distribuzione nelle Botteghe del Mondo a novembre 2014.

Equolink è il marchio collettivo per la distribuzione dei migliori prodotti importati e trasformati in Italia dalle 5 centrali di commercio equosolidale: AltraQualità di Ferrara, Equomercato di Cantù, Macondo di Palermo, Ravinala di Reggio Emilia e Scambi Sostenibili di Palermo.

 

13th Dicembre 2014

Allergie e intolleranze alimentari: nuovi obblighi

Dal 13 dicembre obbligo di informare sui cibi potenzialmente rischiosi, a tutela del consumatore. Nuova normativa per allergie e intolleranze alimentari

Dal 13 dicembre 2014 saranno direttamente applicabili nel territorio degli Stati membri dell’UE, e dunque nel nostro Paese, le disposizioni di cui al Regolamento (CE) 25 ottobre 2011, n. 1169, relativo alla fornitura ai consumatori di informazioni sugli alimenti.

Gli esercizi dove si somministrano alimenti sono obbligati a fornire ai consumatori l’indicazione degli allergeni, e cioè di qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico che provochi allergie o intolleranze elencato nell’allegato al decreto (o derivato da uno di questi prodotti o sostanze) usato nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se in forma alterata.

Allergie e intolleranze alimentari sono in continua crescita (si stima che in Europa ne soffrano circa 6-’8% dei bambini e il 2-4% degli adulti) e gli operatori della ristorazione certo sono consci delle loro responsabilità nei confronti della clientela che soffre di queste patologie.

Tuttavia la normativa, così come concepita dall’Unione Europea e in assenza di un decreto nazionale che recepisca tutte le semplificazioni ammesse dal regolamento europeo, non appare certo lo strumento adeguato a tutelare tutti i soggetti coinvolti, dai consumatori agli operatori del settore.

I rappresentanti di produttori e ristoratori hanno espresso critiche e preoccupazioni e stanno sollecitando con forza il Governo affinchè vari immediatamente un facile decreto che, come consentito anche dalla norma europea, almeno autorizzi la semplice comunicazione orale a richiesta.

In attesa dei chiarimenti normativi, che ci auguriamo arrivino a breve e siano ispirati a criteri di saggezza operativa, si ritiene opportuno premunirsi di un riscontro che i consumatori sono stati informati per iscritto della presenza degli allergeni nei piatti, almeno mediante l’inserimento in menu dell’elenco degli ingredienti allergenici impiegati o mediante un cartello che faccia riferimento agli ingredienti allergenici in uso nelle preparazioni e che permetta al cliente di comprendere per tempo, prima dell’ordinazione, che nel locale può chiedere tutte le informazioni che vuole sulla eventuale presenza di allergeni nelle pietanze (vedi esempio).

E’ evidente l’importanza che il personale di riferimento sia consapevole della problematica, conosca gli ingredienti dei piatti presenti nel menù e venga tempestivamente informato di eventuali variazioni introdotte nelle ricette.

Si tratta di un percorso di consapevolezza che può trovare il suo vero supporto nella formazione degli operatori e in una corretta impostazione del manuale di autocontrollo igienico-sanitario. Il Dipartimento è impegnato a costruire strumenti utili per permettere agli associati di affrontarlo.

Le botteghe che ne avessero necessità possono richiedere alla segreteria un fac simile di avviso e di comunicazione.

Fonte: Ass. Circoli cooperative lombardi.

24th Novembre 2014

Risarcimenti a Tazreen a due anni dalla tragedia

Comunicato stampa Clean Clothes Campaign

Siglato l’accordo per i risarcimenti della Tazreen
alla vigilia del secondo anniversario della tragedia

 

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Due anni dopo che più di 120 persone hanno perso la vita intrappolati nella fabbrica Tazreen Fashions a Dhaka, in Bangladesh, è stato raggiunto un accordo tra IndustriALL Global Union e gli affiliati locali, la Clean Clothes Campaign e C&A sul meccanismo per garantire il risarcimento alle vittime della tragedia.

Il 24 novembre 2012, la Tazreen Fashions, una fabbrica di abbigliamento fornitrice di importanti marchi internazionali, è stata avvolta dalle fiamme. Incastrate dietro uscite bloccate, più di 120 persone sono morte intrappolate, mentre cercavano di scappare. 300 lavoratori sono rimasti gravemente feriti. Per due anni queste persone hanno dovuto affrontare la miseria e i problemi medici a causa dell’incendio.

Nei giorni scorsi tutte le controparti si sono impegnate nei negoziati, facilitati dall’ILO, per accordarsi sui principi generali di un accordo. I dettagli saranno finalizzati nei prossimi giorni, con la speranza che i risarcimenti alla fine saranno pagati.

Ineke Zeldenrust della CCC ha dichiarato: “Nella giornata del secondo anniversario siamo estremamente lieti di annunciare l’accordo che la Clean Clothes Campaign e IndustriALL hanno raggiunto con C&A sui principi generali per il risarcimento. Il sistema si basa sullo schema già sviluppato per le vittime del Rana Plaza, che prevede risarcimenti per la perdita di reddito, valutazioni mediche indipendenti e cure prolungate. Come parte dell’accordo la C&A Foundation si è impegnata a contribuire con una cifra considerevole destinata al pieno e giusto risarcimento per le vittime della Tazreen, in aggiunta ai fondi già destinati. I dettagli finali saranno elaborati e resi pubblici non appena i costi totali saranno calcolati. Accogliamo con piacere il ruolo positivo che C&A ha svolto in questo processo, determinante per raggiungere l’accordo.

La Clean Clothes Campaign ricorda oggi, insieme ai sindacati bengalesi e agli attivisti per i diritti dei lavoratori, le vittime di quel terribile incendio. Alla luce del nuovo accordo appena siglato, rinnova l’invito a tutti gli altri marchi collegati a quel disastro a contribuire immediatamente e in maniera sostanziosa al fondo per i risarcimenti.

I lavoratori hanno raccontato che al momento dell’incendio avevano appena concluso una spedizione a Walmart, principale acquirente degli indumenti prodotti alla Tazreen. “Walmart non si è assunta ancora alcuna responsabilità nei confronti dei lavoratori morti e feriti” ha dichiarato Babul Akther, il Segretario Generale del BGIWF (Bangladesh Indepedent Garment Workers Federation), affiliato ad IndustriALL.

Al momento del disastro i lavoratori e le lavoratrici della Tazreen stavano producendo anche per l’italiana Piazza Italia, KIK, El Corte Ingles, Edinburgh Woollen Mill, Disney e Sean John. Nessuno di questi brand ha ancora versato un centesimo per i risarcimenti. Li & Fung con sede a Hong Kong, il più grande agente intermediario del mondo, ha effettuato alcuni pagamenti attraverso il Governo del Bangladesh. El Corte Ingles e KIK hanno fatto solo alcune vaghe promesse e ora la CCC chiede che diventino azioni concrete e pubbliche.

Tutti gli altri marchi, a partire da Piazza Italia, hanno la responsabilità di seguire l’esempio positivo rappresentato da C&A in questo caso così grave” dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti (sezione italiana della CCC).“È necessario e urgente dimostrare con azioni concrete e misurabili che i bisogni e i diritti delle vittime della Tazreen sono una priorità

Assobotteghe aderisce alla Campagna Abiti Puliti

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