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«Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale».

Approvata alla Camera la legge sul commercio equo e solidale

ROMA, 3 MARZO 2016

Questo il titolo della legge che è stata approvata a larga maggioranza dalla Camera dei deputati, dopo due anni di lavoro nelle commissioni e  dopo un percorso, come qualcuno ricorda, iniziato oltre 10 anni fa.

Un testo a cui abbiamo lavorato come Assobotteghe in più riprese, anche con Fairtrade Italia e Equogarantito e che vede le sue radici nella carta dei criteri del commercio equo e solidale di cui siamo tra i fondatori.

Un testo che definisce dall’articolo 2 il commercio equo come “un’attività di cooperazione economica e sociale, svolta con produttori di beni o di servizi di aree economicamente svantaggiate dei Paesi in via di sviluppo organizzati in forma collettiva, allo scopo di consentire, accompagnare e migliorare il loro accesso al mercato mediante accordi di lunga durata” che prevedono, tra l’altro, il pagamento di un prezzo equo in parte versato al momento dell’ordine del prodotto, condizioni di lavoro sicure e una remunerazione dei lavoratori adeguata, la trasparenza della filiera. Sono organizzazioni del commercio equo “le società cooperative, i consorzi, le associazioni e gli enti, comunque costituiti senza scopo di lucro e con un ordinamento interno a base democratica” che “in via prevalente” stipulano accordi di commercio equo e solidale, hanno programmi di educazione e informazione.

Nella legge non trovate solo definizioni per disciplinare la materia del commercio equo, ma anche forme di tutela e di promozione.

Viene istituito un albo contenente una sezione a cui si iscrivono gli enti maggiormente rappresentativi delle organizzazioni di commercio equo e solidale e gli enti che svolgono l’attività di certificazione della filiera di prodotto.

Associazioni, cooperative e ogni altra realtà possono iscriversi all’Albo solo se aderiscono ad uno degli enti rappresentativi iscritti alla sezione speciale.

Per dirla con le parole dell’on.Da Villa in sede di approvazione “Il sistema di controlli per una disciplina che, insieme alla tutela dei marchi e contro le iscrizioni e denominazioni ingannevoli, è fondato sull’idea di una struttura a doppio livello: l’organismo di verifica della conformità certificherà i prodotti controllando il rispetto degli standard internazionalmente riconosciuti da parte delle imprese ordinarie, o di coloro che comunque non potranno qualificarsi come organizzazioni di commercio equo e solidale, mentre gli enti rappresentativi delle organizzazioni controlleranno le organizzazioni stesse. Molto importante è la previsione di un sistema sanzionatorio a tutela delle denominazioni di prodotti del commercio equo solidale. Esso stabilisce infatti che i prodotti del commercio equo e solidale, importati o distribuiti da un’organizzazione dello stesso, nell’ambito del sistema di filiere integrali siano presentati, etichettati e pubblicizzati con denominazioni e diciture corrispondenti. In alternativa, i prodotti possono essere presentati, etichettati e pubblicizzati con tali denominazioni solo dai licenziatari dei marchi, congiuntamente ai marchi concessi in licenza dagli enti di promozione delle filiere dei prodotti del commercio equo e solidale. È quindi vietato l’uso delle denominazioni in questione o di altre denominazioni similari per le imprese e gli enti che non sono iscritti nell’elenco nazionale

Questo è un altro importante passaggio in cui si introduce per la prima volta un sistema di tutela del consumatore.

Ultimo ma non meno importante, l’ aspetto economico per cui lo Stato potrà finanziarie progetti di educazione e informazione, enti pubblici e mense scolastiche che nei bandi prevedano priorità ai prodotti dell’equo e solidale.

Per concludere, un bel testo che offre garanzie di maggior trasparenza al consumatore e consegna un percorso in cui le organizzazioni di commercio equo dovranno lavorare pe migliorare la qualità dei processi, come Assobotteghe sta facendo già da un paio d’anni, grazie al sistema di monitoraggio e certificazione partecipata Bottega del Mondo.

L’obiettivo comune è di migliorare costantemente la qualità dei processi, dei modelli di relazione e organizzazione e in definitiva l’apporto in qualità di lavoro e di sviluppo sociale e personale dei lavoratori, nelle aree economicamente svantaggiate del sud del mondo.

Ora il prossimo obiettivo è che la legge passi anche al Senato!

Assobotteghe

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